DOMO-TERAPIA : INTRODUZIONE ALLA CASA SANA
Come gli edifici possono migliorare la salute |
autore: Arch. Carlo Zanella
ottobre 2013 |
Questo articolo è il primo di una serie di brevi testi che vuole porre l’attenzione sull’importanza dell’ambiente nei confronti della nostra salute; sia esso la casa, il luogo di lavoro o di svago, è indubbio che passiamo gran parte del nostro tempo all’interno degli ambienti , in stretta relazione con le condizioni che vi si creano ed è quindi importante che siano luoghi sani.
Per iniziare una considerazione generale: siamo tutti sono d’accordo quando consideriamo la salute il nostro bene più prezioso, è evidente che senza di essa non c’è lavoro, ne famiglia, ne affetti. L’attenzione alla salute assume quindi un’importanza fondamentale nella vita di ognuno di noi, anche se spesso i modi e gli obiettivi che generalmente utilizziamo per mantenerla e migliorarla, confrontata con quelli che sono i risultati ottenuti, pongono molti dubbi sulla loro stessa efficacia.
Il mio approccio è quello di un tecnico attento al dibattito scientifico, che cerca di applicare i principi che emergono dai più importanti ed innovativi studi medici alla propria attività professionale.
Fin dall’inizio dei miei studi universitari mi sono accorto che a quello che mi veniva proposto mancava qualcosa: studiavo come progettare edifici sempre più belli, sempre più alti, più tecnologici e moderni ... ma non veniva mai proposto quale obiettivo quello di fare degli edifici per chi li abiterà, per garantire benessere, qualità e salute alla loro vita. Riprendo quindi il termine stesso di salute, che nella definizione dell’OMS ‘Organizzazione Mondiale della Sanità’ la salute è ‘uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non la semplice assenza di malattia", da notare essa che viene considerata un diritto fondamentale dell’umanità.
Per iniziare una considerazione generale: siamo tutti sono d’accordo quando consideriamo la salute il nostro bene più prezioso, è evidente che senza di essa non c’è lavoro, ne famiglia, ne affetti. L’attenzione alla salute assume quindi un’importanza fondamentale nella vita di ognuno di noi, anche se spesso i modi e gli obiettivi che generalmente utilizziamo per mantenerla e migliorarla, confrontata con quelli che sono i risultati ottenuti, pongono molti dubbi sulla loro stessa efficacia.
Il mio approccio è quello di un tecnico attento al dibattito scientifico, che cerca di applicare i principi che emergono dai più importanti ed innovativi studi medici alla propria attività professionale.
Fin dall’inizio dei miei studi universitari mi sono accorto che a quello che mi veniva proposto mancava qualcosa: studiavo come progettare edifici sempre più belli, sempre più alti, più tecnologici e moderni ... ma non veniva mai proposto quale obiettivo quello di fare degli edifici per chi li abiterà, per garantire benessere, qualità e salute alla loro vita. Riprendo quindi il termine stesso di salute, che nella definizione dell’OMS ‘Organizzazione Mondiale della Sanità’ la salute è ‘uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non la semplice assenza di malattia", da notare essa che viene considerata un diritto fondamentale dell’umanità.
In questa immagine, tratta da un testo viennese del 1600, l’architetto medioevale usa la sua scienza, rappresentata dalla geometria e dai simboli a lato, per progettare l’opera, rappresentata dal muro, avendo al centro della stessa l’uomo. E’ la visione della domoterapia: realizzare edifici avendo come obiettivo il benessere delle persone |
E’ quindi alla ricerca dei modi per realizzare edifici sani che ho naturalmente approcciato il tema della bioarchitettura, scoprendo innazi tutto come la stessa interpretazione della medicina fosse diversa in quel contesto da quella normalmente utilizzata: all’interpretazione allopatica ed unicista della medicina istituzionale, fatta di soppressione farmaceutico-chirurgica del singolo sintomo, si sostituisce infatti una visione olistica-funzionale del sistema corpo-mente, tipica della medicina tradizionale e di quella generalmente definita come naturale, olistica, funzionale ed integrata. E’ importante capire questa visione, perchè essa è alla base dei principi pratici legati alla domoterapia: l’obiettivo non è quello di eliminare dei sintomi riconducibili direttamente ad una causa nell’abitazione, diciamo ad esempio quello di eliminare un campo elettromagnetico che può essere la causa di un’emicrania, ma quello di eliminare le cause di tutte le potenziali problematiche di salute, anche a lungo termine ed in iterazione fra loro, che potrebbero essere causate dall’ambiente indoor. L’obiettivo minimo è quindi quello di garantire, alla luce delle conoscenze attuali, un ambiente favorevole all’assenza di malattie.
Ma il vero obiettivo è quello di ottimizzare i meccanismi di relazione fra uomo ed ambiente per realizzare ambienti che sappiano anche massimizzare lo stato di benessere. E’ quindi evidente che una tale visione necessita di due istanze di base: la prima è l’impostazione olistica tipica della medicina tradizionale, la seconda è che questa multidisciplinarità comporta la necessità di ampliare quanto più possibile le conoscenze dei meccanismi di relazione fra la casa e l’uomo.
Esistono ormai una serie impressionante di singoli studi medico-scientifici sull’inquinamento indoor che ci spiegano come l’ambiente possa creare patologie dirette: basta pensare all’inquinamento chimico di materiali come l’amianto o il pvc, all’inquinamento radiattivo da gas radon, alle relazioni fra campi elettromagnetici e tumori, alla tossicità dell’inquinamento biologico da muffa, al disagio causato dall’inquinamento acustico e dal cattivo microclima interno ... ognuno di noi conosce queste cose ma per pochissime di esse esistono delle norme legislative vincolanti e, soprattutto, in pochissimi casi di malattia il medico ‘istituzionale’ si chiede e ci chiede se possono esistere delle relazioni con l’ambiente che abitiamo. Ho sentito medici dirmi in sede riservata che se non si interviene sull’ambiente una buona percentuale dei loro malati cronici non potrà mai risolvere i propri problemi di salute ... questo mi ha fatto molto riflettere.
E’ evidente che finchè non viene rotto il paradigma per cui andiamo da un medico alla ricerca di un farmaco che ci sopprima un sintomo, senza che nessuno si chieda e quindi risolva la reale causa del problema non ci sarà soluzione. E’ inoltre fondamentale capire che il domo-terapista ed il medico sono professionisti essenziali l’uno per l’altro e che solo un approccio di massima e serena collaborazione può determinare i migliori risultati. Purtroppo spesso spesso è un problema di Ego: io ritengo che ognuno debba fare il proprio lavoro: spesso vedo miei colleghi ‘bioarchitetti’ lavorare direttamente sulle persone, fatto che reputo sbagliato, pericoloso per il paziente ed al limite dell’abuso della professione medica; altrettanto spesso vedo medici che si approcciano all’analisi degli ambienti ma che, non avendone le neccessarie competenze, producono risultati incompleti e spesso errati, anche in questo caso a danno dei loro pazienti.
Alcuni dei massimi esponenti della medicina alternativa, come ad esempio Roy Martina, scrivono che la salute dipende da tre aspetti principali: Alimentazione, Base genetica, Stile di vita e Ambiente (arrivando a citare specificatamente problematiche attuali come l’elettrosmog) ... in realtà non ci dicono nulla di nuovo, quando già gli antichi dicevano ‘sei ciò che mangi’, rilevando l’importanza dell’alimentazione; già la medicina tradizionale cinese di tremila anni fà ci diceva che la malattia viene se ci allontaniamo dalle nostre emozioni, dando importanza allo stile di vita ed alla cosiddetta psico-somatica ... già gli indiani migliaia di anni fa avevano definito il benessere come derivante dall’equilibrio di un sistema che comprendeva i diversi aspetti psico-fisici ed infine già in tutte le culture antiche c’era l’attenzione all’ambiente: dal feng-shui cinese al Vastu indiano, fino alle pratiche greche e poi romane, meno organiche e strutturate ma altrettanto rilevanti nell’antica arte edile. Attualmente subiamo i risultati di un’inversione generale: da una parte gli ambienti a partire dall’industrializzazione edile dei primi anni del’900 sono diventati sempre più ‘sintetici’ e lontani dalla biologicità dell’uomo, dall’altra è ugualmente diminuita l’attenzione rivolta agli ambiente quali elementi fondamentali per garantire la nostra salute.
Basta pensare a quanta attenzione ognuno di noi mette nei confronti dello stile di vita e dell’alimentazione rispetto alla cura verso l’ambiente ... che è in realtà cura verso noi stessi. Ho quindi impostato il mio lavoro su quella che chiamo domoterapia sul principo di ‘curare’ gli aspetti della casa che possono essere potenziale causa della salute, incrementando allo stesso tempo i fattori migliorativi del nostro benessere, ma come organizzare questo lavoro?
Ma il vero obiettivo è quello di ottimizzare i meccanismi di relazione fra uomo ed ambiente per realizzare ambienti che sappiano anche massimizzare lo stato di benessere. E’ quindi evidente che una tale visione necessita di due istanze di base: la prima è l’impostazione olistica tipica della medicina tradizionale, la seconda è che questa multidisciplinarità comporta la necessità di ampliare quanto più possibile le conoscenze dei meccanismi di relazione fra la casa e l’uomo.
Esistono ormai una serie impressionante di singoli studi medico-scientifici sull’inquinamento indoor che ci spiegano come l’ambiente possa creare patologie dirette: basta pensare all’inquinamento chimico di materiali come l’amianto o il pvc, all’inquinamento radiattivo da gas radon, alle relazioni fra campi elettromagnetici e tumori, alla tossicità dell’inquinamento biologico da muffa, al disagio causato dall’inquinamento acustico e dal cattivo microclima interno ... ognuno di noi conosce queste cose ma per pochissime di esse esistono delle norme legislative vincolanti e, soprattutto, in pochissimi casi di malattia il medico ‘istituzionale’ si chiede e ci chiede se possono esistere delle relazioni con l’ambiente che abitiamo. Ho sentito medici dirmi in sede riservata che se non si interviene sull’ambiente una buona percentuale dei loro malati cronici non potrà mai risolvere i propri problemi di salute ... questo mi ha fatto molto riflettere.
E’ evidente che finchè non viene rotto il paradigma per cui andiamo da un medico alla ricerca di un farmaco che ci sopprima un sintomo, senza che nessuno si chieda e quindi risolva la reale causa del problema non ci sarà soluzione. E’ inoltre fondamentale capire che il domo-terapista ed il medico sono professionisti essenziali l’uno per l’altro e che solo un approccio di massima e serena collaborazione può determinare i migliori risultati. Purtroppo spesso spesso è un problema di Ego: io ritengo che ognuno debba fare il proprio lavoro: spesso vedo miei colleghi ‘bioarchitetti’ lavorare direttamente sulle persone, fatto che reputo sbagliato, pericoloso per il paziente ed al limite dell’abuso della professione medica; altrettanto spesso vedo medici che si approcciano all’analisi degli ambienti ma che, non avendone le neccessarie competenze, producono risultati incompleti e spesso errati, anche in questo caso a danno dei loro pazienti.
Alcuni dei massimi esponenti della medicina alternativa, come ad esempio Roy Martina, scrivono che la salute dipende da tre aspetti principali: Alimentazione, Base genetica, Stile di vita e Ambiente (arrivando a citare specificatamente problematiche attuali come l’elettrosmog) ... in realtà non ci dicono nulla di nuovo, quando già gli antichi dicevano ‘sei ciò che mangi’, rilevando l’importanza dell’alimentazione; già la medicina tradizionale cinese di tremila anni fà ci diceva che la malattia viene se ci allontaniamo dalle nostre emozioni, dando importanza allo stile di vita ed alla cosiddetta psico-somatica ... già gli indiani migliaia di anni fa avevano definito il benessere come derivante dall’equilibrio di un sistema che comprendeva i diversi aspetti psico-fisici ed infine già in tutte le culture antiche c’era l’attenzione all’ambiente: dal feng-shui cinese al Vastu indiano, fino alle pratiche greche e poi romane, meno organiche e strutturate ma altrettanto rilevanti nell’antica arte edile. Attualmente subiamo i risultati di un’inversione generale: da una parte gli ambienti a partire dall’industrializzazione edile dei primi anni del’900 sono diventati sempre più ‘sintetici’ e lontani dalla biologicità dell’uomo, dall’altra è ugualmente diminuita l’attenzione rivolta agli ambiente quali elementi fondamentali per garantire la nostra salute.
Basta pensare a quanta attenzione ognuno di noi mette nei confronti dello stile di vita e dell’alimentazione rispetto alla cura verso l’ambiente ... che è in realtà cura verso noi stessi. Ho quindi impostato il mio lavoro su quella che chiamo domoterapia sul principo di ‘curare’ gli aspetti della casa che possono essere potenziale causa della salute, incrementando allo stesso tempo i fattori migliorativi del nostro benessere, ma come organizzare questo lavoro?
Ho rappresentato l’uomo vitruviano, rappresentazione leonardesca dell’uomo perfetto, dove cioè si realizza la quadratura del cerchio, sovrapponendo al quadrato lo schema dell’abitazione ed al cerchio i tre livelli principali di cui si compone il mio modello teorico di base, che propongo per una più semplice comprensione della domoterapia nel suo insieme. |
Per dare una struttura al mio
studio ho elaborato uno schema pratico e descrittivo dell’approccio
domoterapico che nasce dalla comprensione dei diversi aspetti dell’inquinamento
interno, dagli aspetti più grossolani e misurabili a quelli più sottili, che è
anche un modello funzionale delle relazioni uomo-ambiente e che si propone quindi
quale base per ogni successiva applicazione pratica. La cosa interessante è che
esso ricalca uno schema che può essere applicato anche all’uomo, come se la
casa ne fosse uno specchio per ogni aspetto. Iniziando con il livello più
grossolano, che ho definito livello materiale, esso è fatto dei materiali che
ci compongono: muscoli, sangue, ossa, ecc., nella casa è quello legato ai
materiali edili; questo livello genera negli ambienti tre diversi tipi di
inquinamento: chimico, dovuto alle sostanze dannose rilasciate, inquinamento fisico
dovuto al comportamento dei materiali in merito ad esempio all’umidità, alla
temperatura, all’acustica, ecc., ed infine all’inquinamento biologico, che
dipende da come i materiali interagiscono con il microclima che essi stessi
generano, creando i presupposti per la formazione di muffe e la proliferazione
batterica.
Il livello successivo è quello elettromagnetico, che nel corpo corrisponde ai deboli ma essenziali campi elettromagnetici generati dagli organi e dalle cellule e che misuriamo ad esempio quando facciamo un’elettroencefalogramma o un elettrocardiogramma. Nella casa questo livello corrisponde agli elementi che utilizzano corrente elettrica, all’interazione con i campi energetici naturali (onde di Schumann ed onde cosmiche, principalmente) e dalla relazione con elementi naturali capaci di emettere radiazioni ionizzanti. Questo livello genera inquinamento di tipo elettromagnetico, dovuto alle sorgenti di elettrosmog (impianto elettrico e sorgenti interne ed esterne alla stessa abitazione), inquinamento geopatico, dovuto alle alterazioni energetico naturali ed anche inquinamento radioattivo causato principlamente dal gas naturale radon.
Infine il livello mentale, che nell’uomo comprende sia gli aspetti dovuti al funzionamento generale della mente, intesa nel senso più ampio, sia quelli più singolari legati agli aspetti psicologici e cognitivi personali. Nella casa questo livello è legato alla progettazione di forme, colori, proporzioni e significati, capaci anch’essi di influire sul nostro benessere e che può degenerare in inquinamento percettivo.
Ognuno di questi singoli aspetti è a sua volta un sistema complesso ed in relazione organicamente strutturata con gli altri, risulta quindi evidente che non è professionalmente possibile avere una visione completa ed approfondita dei diversi aspetti, ma è importante capirne gli ambiti più importanti, soprattutto se abbiamo come obiettivo quello di realizzare architetture che siano veri strumenti per il benessere.
Questo schema e più in generale i principi della domoterapia servono quindi quali criteri da utilizzarsi nel contesto tecnico professionale, sia nel caso di nuove costruzioni, che è sicuramente la situazione dove è più agevole lavorare in modo completo, sia soprattutto nel caso di edifici ed abitazioni esistenti, dove bisogna sapere anche come effettuare un corretto ‘check-up’ della casa (terapia) , oltre a sapere come intervenire successivamente per curare eventuali problematiche riscontrate negli ambienti.
Gli articoli che seguiranno a questa introduzione descriveranno quindi i diversi aspetti dei livelli di relazione uomo-ambiente precedentemente descritti, a partire dalle forme di inquinamento più importanti con le relative problematiche di salute, gli strumenti di indagine e diagnosi, i sistemi di bonifica ed infine i modi in cui invece migliorare al massimo il grado di benessere che tali essi possono offrire; tutto questo con particolare attenzione anche agli aspetti pratici ed agli strumenti professionali più facilmente comprensibili ed utilizzabili.
Arch. Carlo Zanella
Il livello successivo è quello elettromagnetico, che nel corpo corrisponde ai deboli ma essenziali campi elettromagnetici generati dagli organi e dalle cellule e che misuriamo ad esempio quando facciamo un’elettroencefalogramma o un elettrocardiogramma. Nella casa questo livello corrisponde agli elementi che utilizzano corrente elettrica, all’interazione con i campi energetici naturali (onde di Schumann ed onde cosmiche, principalmente) e dalla relazione con elementi naturali capaci di emettere radiazioni ionizzanti. Questo livello genera inquinamento di tipo elettromagnetico, dovuto alle sorgenti di elettrosmog (impianto elettrico e sorgenti interne ed esterne alla stessa abitazione), inquinamento geopatico, dovuto alle alterazioni energetico naturali ed anche inquinamento radioattivo causato principlamente dal gas naturale radon.
Infine il livello mentale, che nell’uomo comprende sia gli aspetti dovuti al funzionamento generale della mente, intesa nel senso più ampio, sia quelli più singolari legati agli aspetti psicologici e cognitivi personali. Nella casa questo livello è legato alla progettazione di forme, colori, proporzioni e significati, capaci anch’essi di influire sul nostro benessere e che può degenerare in inquinamento percettivo.
Ognuno di questi singoli aspetti è a sua volta un sistema complesso ed in relazione organicamente strutturata con gli altri, risulta quindi evidente che non è professionalmente possibile avere una visione completa ed approfondita dei diversi aspetti, ma è importante capirne gli ambiti più importanti, soprattutto se abbiamo come obiettivo quello di realizzare architetture che siano veri strumenti per il benessere.
Questo schema e più in generale i principi della domoterapia servono quindi quali criteri da utilizzarsi nel contesto tecnico professionale, sia nel caso di nuove costruzioni, che è sicuramente la situazione dove è più agevole lavorare in modo completo, sia soprattutto nel caso di edifici ed abitazioni esistenti, dove bisogna sapere anche come effettuare un corretto ‘check-up’ della casa (terapia) , oltre a sapere come intervenire successivamente per curare eventuali problematiche riscontrate negli ambienti.
Gli articoli che seguiranno a questa introduzione descriveranno quindi i diversi aspetti dei livelli di relazione uomo-ambiente precedentemente descritti, a partire dalle forme di inquinamento più importanti con le relative problematiche di salute, gli strumenti di indagine e diagnosi, i sistemi di bonifica ed infine i modi in cui invece migliorare al massimo il grado di benessere che tali essi possono offrire; tutto questo con particolare attenzione anche agli aspetti pratici ed agli strumenti professionali più facilmente comprensibili ed utilizzabili.
Arch. Carlo Zanella